Cerco l'app di blogger sul telefono.
Il tram parte, arriva alla prima fermata ed il download, l'avevo rimossa, è appena finito.
Inizio a scrivere, ed è come tornare in una casa abitata per un lungo periodo, e dalla quale tuttavia mi sono allontanato.
Il tempo passato è minimo, eppure ci di dimentica in fretta, in questa nostra epoca di abitudini che si sussuegono freneticamente, di ciò che è stato, di ciò che siamo stati.
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Ho ricevuto un'e-mail, all'indirizzo associato a questo blog.
Un viaggiatore, uno più di me esploratore, o forse naufrago, mi ha sorpreso con parole di contatto.
Eccomi qui a controllare allora che la brace sotto la cenere sia ancora calda, e che il processo non si faccia irreversibile.
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Che sto facendo della mia vita?
Mi guardo attorno, cerco in altri traettorie simili alle mie, così da poter interrogare il futuro e contestualizzare il passato.
Non trovo nessuno come me.
Sono fuori luogo perfino nel mondo delle idee se è vero che neppure riesco ad immaginare uno come me.
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Però le sorprese possono esistere.
Come un'amante, passionale e dolcissima, che ha sbiadito i ricordi soprattutto erotici, o platonici, delle mie avventure passate, mettendo al centro il sentimento a me più congegnale, e cui tuttavia non credevo più: la dolcezza.
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Il futuro è cupo, come il cielo di questo pomeriggio primaverile. Non ho nulla da offrire al mondo, all'algoritmo che predilige il pattern all'eccezione.
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